Nella Serenissima Repubblica di Venezia il fondaco, “fontego” in veneziano, era il luogo deputato per eccellenza a scambi, commerci, relazioni e produzione culturale. Lungo il Canal Grande spiccavano tre fonteghi nazionali: dei Turchi, dei Tedeschi e quello dei Persiani, testimonianza lampante degli antichi e fiorenti rapporti con la Persia.
Oggi come ai tempi della Serenissima, siamo di fronte alla sfida di cogliere straordinarie opportunità di cooperazione in molti settori, ritessere la rete di relazioni e amicizie sospesa per troppi anni di separazione dal mondo per le dure sanzioni dell’Occidente e colmare un periodo di “vuoto” che Iraniani e Italiani desiderano archiviare per sempre.
“Il Fondaco dei persiani” oggi con la sua visione innovativa dei servizi di consulenza, traduzione, interpretariato e mediazione interculturale offre un contributo allo sviluppo di questa rete di relazioni e amicizia tra i due Paesi.
“Il Fondaco dei persiani” è convinto che la traduzione rappresenti l’inizio di un processo di integrazione senza il quale individui e popoli sarebbero destinati ad imbattersi in muri. Il varco rappresentato dalla traduzione è fondamentale strumento di confronto tra civiltà non arroccate nelle loro identità, ma aperte allo scambio e alla conoscenza.