Traduzione; attività interculturale
Interculturalità è una parola di uso recente, ma esistita da sempre come realtà abituale nel mondo e nella storia. Una relazione interculturale tra culture o individui può stabilirsi quando si riconosce pari e reciproca dignità, pur tra evidenti differenze, a partire dall'accettazione di queste e dal tentativo di gestire una relazione o una convivenza che ne salvaguardi la ricchezza rendendo comprensibili all'Uno i pensieri, i comportamenti e le credenze dell'Altro: che è anche comprensione e consapevolezza di noi stessi.
Oggi, più che in passato, la traduzione è un'attività interculturale, perciò un traduttore consapevole affinando il più possibile le proprie potenzialità dovrà riuscire a trasportare da una lingua all'altra, non solo parole e costrutti sintattico/grammaticali, bensì concezioni di vita, intenzioni, comportamenti, norme d'azione, aspettative del testo di partenza senza tradirne l'autenticità.
E' fondamentale che il ruolo del traduttore si fonda con quello del mediatore culturale allo scopo di adeguare il testo originale ai codici culturali dei fruitori, codici che il traduttore individua valutando come procedere nel lavoro e decidendo gli elementi da mantenere e/o da adeguare e come presentare al pubblico destinatario le peculiarità della cultura di partenza. Il traduttore è dunque l'anello di collegamento che promuove l'interazione tra culture diverse e deve necessariamente fare ricorso alle sue risorse biculturali oltre che bilinguistiche. Al giorno d'oggi la traduzione si configura ormai come attività di comunicazione interculturale superando il ruolo del traduttore come presenza invisibile.